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Come cambiano i consumatori del food retail

Il 2020 ha segnato senz’altro una svolta epocale per il food retail, con una crescita esponenziale dei servizi online. Anche se questo processo tecnologico continua ad affermarsi e a potenziarsi, l’attenzione dei retailer resta comunque focalizzata sul punto vendita fisico e in particolare modo sulla necessità di ottimizzarlo e ridefinirlo, sulla base dei nuovi comportamenti che stanno emergendo fra i consumatori: proviamo a fare un elenco riassuntivo delle principali tendenze.

a) Semplificazione: il cliente chiede di rendere più facile e rapido il processo d’acquisto. Questo si traduce in una richiesta di accessibilità ai prodotti e servizi. Ecco spiegato il successo delle formule di vicinato e prossimità, così come dei retail con un’offerta rivolta a uno specifico target.

b) Sostenibilità: ormai questo valore aggiunto non si limita al prodotto, ma riguarda l’intera politica ambientale del punto vendita, dall’impatto sul territorio ai consumi energetici, dalla riduzione degli imballaggi all’impiego di materiali riciclabili, fino al controllo sulla filiera dei prodotti, non solo dal punto di vista dell’ecologia, ma anche sotto il profilo dell’etica e dell’equità.

c) Heritage: con questo termine si definisce il patrimonio di elementi identitari che provengono dalle tradizioni locali e dalla generazioni precedenti. Il consumatore si orienta facilmente verso prodotti che esprimono valori culturali, saperi artigianali e peculiarità del proprio territorio.

d) Autenticità: il cliente ricerca sempre di più una dimensione di verità in ciò che acquista. È dunque fondamentale, all’interno del punto vendita, creare una narrazione basata su dati oggettivi, misurabili, trasparenti. Questo non deve andare a scapito della dimensione emozionale del processo di comunicazione, ma al contrario creare una relazione virtuosa e coinvolgente.

L’evoluzione della tecnologia e del punto vendita

Oltre che dalla sfera comportamentale del cliente, la trasformazione del food retail dipende da due importanti ambiti che si stanno a loro volta evolvendo molto rapidamente. Uno è la digitalizzazione del punto vendita che con strumenti come il proximity marketing, le casse veloci, i pagamenti contactless, i totem di servizi digitali, può offrire ai punti vendita degli strumenti validi per resistere ai colossi dell’e-commerce (i quali fra l’altro, stanno aprendo dei negozi fisici proprio per entrare nel settore del food retail…). 

L’altro aspetto è la riduzione della barriera fra vendita al dettaglio e somministrazione, con una presenza all’interno del punto vendita non solo di caffetterie o aree snacking, ma di un’offerta sempre più completa che fra chioschi, wine bar, specialità tipiche e ristoranti tematici, copre tutti i target e i momenti della giornata. Lo scopo? Aumentare il gradimento del cliente, il suo tempo di permanenza e il suo coinvolgimento, andando oltre la semplice spesa.

Nuovi elementi per la progettazione del food retail

Come mai noi specialisti del retail design siamo interessati a tutti questi aspetti che riguardano sostanzialmente il food marketing? Perché essi impattano immediatamente e in modo sostanziale la progettazione del punto vendita: dalla definizione del journey e del layout, alla scelta delle atmosfere, dei materiali e dei linguaggi. Per valorizzare il brand e i prodotti, anche il nostro lavoro deve esprimere gli elementi chiave che nascono da una trasformazione globale dei comportamenti e delle idee, oltre che delle tecnologie.

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